public/

Emergenza Covid: Incontro tra Amministrazione, Dirigenti scolastici e medici di base

Si è tenuto venerdì 9 ottobre presso la Sala Consiliare del Comune di Noci, un incontro tra il Sindaco Domenico Nisi, l’Assessore alla Pubblica Istruzione e Offerta Formativa Marta Jerovante, la Prof.ssa Chiara D’Aloja, Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Gallo-Positano, la Prof.ssa Silvana Antonia Sasanelli, Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Cappuccini-Pascoli, la Dott.ssa Elisabetta Intini, pediatra di libera scelta, e il Dott. Francesco De Tommasi, fiduciario dei medici di medicina generale del nostro Comune. "L’incontro testimonia dell’interlocuzione continua tra le istituzioni amministrative, scolastiche e sanitarie della nostra comunità e dell’accurata azione di vigilanza e di tracciamento condotta in maniera sinergica" commenta l’Assessore Jerovante.

Fermo restando che la sospensione delle attività didattiche (le quali sono riprese regolarmente già sabato scorso nelle scuole primaria e secondaria di primo grado) disposte nei giorni scorsi in alcuni plessi hanno avuto natura meramente e fortemente prudenziale, e atteso che, ad oggi, in ambito scolastico non si è registrato alcun caso di contagio da COVID 19, il presidio resta massimo proprio con riferimento alle comunità scolastiche, che ogni giorno sono popolate da un numero elevato di alunni, docenti e collaboratori, ciascuno dei quali è portatore di una rete significativa di relazioni e contatti, nei contesti familiari e non. Non solo diviene dunque insuperabile l’attività di ricostruzione capillare dei contatti, ma altresì, sul piano strettamente sanitario, diviene cruciale l’individuazione precoce della sintomatologia.

Su tale questione si è principalmente concentrata l’attenzione dei presenti all’incontro, con particolare riguardo alla riammissione a scuola degli alunni che abbiano manifestato segni e sintomi riconducibili a stati influenzali – che, con l’approssimarsi della stagione invernale si faranno certamente più frequenti –, in alcun modo però riconducibili all’infezione da Coronavirus in atto, e alla conseguente obbligatorietà di esibizione di una certificazione medica. È di tutta evidenza che l’istituzione scolastica non sia nelle condizioni di discernere o intervenire in materia sanitaria; tuttavia, la previsione di un obbligo di certificazione per il rientro a scuola anche solo dopo un giorno di assenza rischia di impattare negativamente sulla regolarità e sull’efficacia dell’attività di pediatri e medici. Chiarito che sul piano medico non vi sia alcuna possibilità di una diagnosi salda entro una sola giornata di manifestazione di un qualsivoglia malessere, e che solo il protrarsi del medesimo per almeno 72 ore consecutive consenta una valutazione certamente più compiuta, si è dunque convenuto che l’assenza da scuola per motivi di salute inferiore a 3 giorni possa essere autocertificata dalla famiglia, la quale dovrà dichiarare di aver consultato telefonicamente il pediatra di famiglia e di averne seguito tutte le indicazioni ai fini della riammissione a scuola. L’assenza per periodi superiori ai 3 giorni richiederà invece una certificazione sanitaria, con la quale il medico attesterà, a seguito di visita del paziente, la mancanza di sintomi riferibili a stati infettivi, e raccoglierà altresì la dichiarazione della famiglia di non aver avuto contatti con casi sospetti o accertati di infezione da Coronavirus nel periodo in questione.

"La necessità di tutela della collettività – spiega il Sindaco – impone a chi ha, istituzionalmente, il dovere di garantire quella protezione di non sottovalutare alcun segno; tuttavia, la gestione di una situazione estremamente complessa e, al contempo, incerta, richiede la generalizzazione di comportamenti altamente responsabili e consapevoli. Ciò si traduce nella richiesta alle famiglie di attenzionare, in maniera più pregnante che in passato, anche l’evoluzione degli eventuali stati di malessere dei propri figli: rientri anzitempo a scuola, che, in generale, possono produrre situazioni pregiudizievoli per i soli soggetti interessati, in un momento tanto delicato quale quello attuale, possono generare ripercussioni imprevedibili sulla regolare organizzazione della quotidianità, scolastica e non, della comunità, sino alla compromissione, nei casi più gravi, della salute pubblica. Il presidio costante dell’evoluzione delle singole situazioni va poi mantenuto in tutti i contesti di relazione e contatto, e, pertanto, anche nei luoghi delle attività ludico-ricreative, educative, sportive, musicali, religiose. Tutti gli operatori sono chiamati a prestare la medesima vigilanza, la medesima cura in nome dell’interesse collettivo, pubblico".

Va da sé che il bambino o il ragazzo assente da scuola per un’indisposizione, di cui non sia stata ancora acclarata l’origine e rispetto alla quale il pediatra possa avere anche suggerito di mantenere un periodo di osservazione, debba sospendere la frequenza non solo di tutte le attività extra-scolastiche, ma anche degli altri luoghi familiari. A maggior ragione, tali prescrizioni andranno osservate laddove vi sia il dubbio di una prossimità ad un caso di positività. Le prescrizioni normative, i protocolli sanitari, costituiscono il quadro di riferimento delle azioni di tutti. Tuttavia, l’imprevedibilità che accompagna l’evoluzione dello scenario attuale esige una rivoluzione “etica” di abitudini e stili di vita. Norme cogenti e sanzioni non basteranno in assenza di una cittadinanza che si fa virtuosa.

Info notizia

13 ottobre 2020

Altre di comunità

21 novembre 2024

Domenica 1 dicembre porte aperte al Comune per il CIE Day

19 novembre 2024

Open Week alla Casa di Cura Monte Imperatore

15 novembre 2024

Le Iene da Fatalino per il caso orecchiette

Commenta questa notizia